Alessia Bottacini, autrice che si svela con grande sincerità, genera un’ars poetica potente e viscerale che rispecchia il tormento, la malinconia e la profondità del suo essere interiore. Attraverso versi intimi e abissali, Alessia trasmette una visione del mondo segnata dall’oscurità e dalla ricerca incessante di significato e pace, rendendo palpabile il suo legame con la natura e con il proprio mondo emotivo. I versi affondano così nell’introspezione, rendendo ogni poesia una riflessione profonda sulla condizione umana, sulle emozioni che la dominano e sulle difficoltà di esprimere ciò che si prova. Alessia non è solo un’artista, ma una viandante nelle tenebre, che trova nella parola poetica una lanterna per illuminare gli angoli più oscuri della sua anima. L’arte diviene così uno strumento per esorcizzare il dolore e la sofferenza, ma anche per esplorare la bellezza nascosta nel buio e nei momenti di solitudine.
«La vedi la luce? No e perché mai dovrei… Io bramo il buio, la tenebra, l’oscurità che scende nell’ora del crepuscolo.
Non trovo sollievo nel giorno.
La notte è sempre stata, come i miei libri, l’unica amica che mi ha donato qualcosa di prezioso. Nell’infinite ore notturne ho conversato con me stesso, visto abitanti di mondi che l’uomo comune vede solo nei suoi incubi peggiori, e che scorda al suo risveglio.
Ho avuto paura?
No affatto! Perché loro sono stati più leali nelle loro intenzioni, più di tutti gli esseri umani che dialogano con me nel mentre del dì. La verità, è che ho apprezzato più la loro infernale compagnia, di tutto il resto di questo falso ed ipocrita mondo.» (“Nel buio”)
Ecco che, allora, Alessia utilizza l’oscurità non solo come sfondo, ma come personificazione di una forza vitale che avvolge e rassicura: L’oscurità preme sui miei occhi; mi avvolge leggera e corroborante. Questo elemento è ricorrente e l’oscurità assume spesso un carattere protettivo, persino liberatorio, contrapposto alla luce, che invece rappresenta una realtà più fittizia e superficiale. L’autrice non teme il buio, lo accoglie come rifugio e via di fuga da una vita che la confina. Le poesie di Alessia sono intrise di immagini cosmiche, che spaziano tra elementi naturali e mitici. In “Nel buio”, il verso Ho conversato con me stesso, visto abitanti di mondi che l’uomo comune vede solo nei suoi incubi peggiori trasmette una visione onirica e quasi soprannaturale. C’è un evidente parallelo con il misticismo di William Blake, che esplorava mondi nascosti oltre la realtà sensibile, con un linguaggio viscerale e visionario. Anche la solitudine non è semplicemente un isolamento, ma una fonte di introspezione e creatività. Come nella poesia “Montagne russe”, Alessia esplora il contrasto tra emozioni estreme, un oscillare continuo tra felicità e dolore: Fuoco e ghiaccio. Che caleidoscopio di vibrazioni siamo, in questo mondo malsano. La poetica di Alessia è caratterizzata da un’esplorazione profonda e sincera della sofferenza, della solitudine e della ricerca di un significato nell’oscurità. La sua poesia parla di un’anima che trova conforto nel buio, e che, pur attraversando momenti di dolore acuto e perdita, non smette mai di cercare la luce della verità e della pace interiore.
Casa Editrice Dantebus
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